LA PIZZICA SALENTINA
La pizzica o taranta, è una danza popolare attribuita particolarmente a Taranto e a tutto il Salento, ma fino a tutt'oggi diffusa anche in un'altra regione della Puglia, la Bassa Murgia. Fino ai primi decenni del XX secolo presente in tutto il territorio pugliese, assumeva nomi differenti rispetto ai vari dialetti della regione confondendola spesso con le tarantelle. Come emerge anche nel documentario del 1961 La Taranta, il tarantismo manifesta soprattutto uno sfogo di sopravvivenza dai condizionamenti di una società rigidamente patriarcale, che riservava alle donne solo sfruttamento, nella preclusione di ogni libertà e dell’eros.
Con il passare del tempo la pizzica ha trovato una sua autonomia come tipo di danza e genere musicale, oltre a divenire un vero e proprio fenomeno popolare. Se da un lato, quindi, il tarantismo andava estinguendosi per effetto dei mutamenti nei costumi della società, la pizzica è rimasta ben viva nella tradizione del folklore salentino. Tuttavia, per molti anni sia la pizzica che il fenomeno del tarantismo sono stati ritenuti un forma di arretratezza culturale di cui vergognarsi.
Negli anni settanta la musica e le danze della pizzica sono state riscoperte ed apprezzate in tutta la loro bellezza, e oggi hanno contribuito a consolidare un legame culturale con altri fenomeni musicali simili dell’Italia meridionale. Alcuni studiosi ritengono addirittura che la pizzica salentina costituisca il più lontano antenato della tarantella e delle sue varianti: la tarantella garganica, la tarantella napoletana, la tarantella calabrese e la tarantella siciliana.
Negli ultimi anni sono state organizzate moltissime rassegne musicali dedicate alla pizzica salentina, tra cui la Notte della taranta che richiama centinaia di migliaia di appassionati e curiosi. È da segnalare la grande popolarità raggiunta dai protagonisti della manifestazione, tra cui il gruppo “I tamburellisti di Torrepaduli”.
La Notte della Taranta è un festival di musica popolare salentina, che si svolge in vari comuni della provincia di Lecce e della Grecia salentina, soprattutto a Melpignano e ha il suo clou nel mese di agosto. Tra i quindici concerti che si svolgono in altrettante piazze del Salento e il concertone finale di Melpignano, il festival fa registrare un totale di circa 300mila spettatori.
Ogni edizione del concertone finale del Festival è affidata a un "maestro concertatore" che ha il preciso compito di arrangiare le musiche tradizionali del Salento incrociandone i ritmi con quelli di altre tradizioni musicali.
Questo genere musicale è stato ripreso anche da autori internazionali come Stewart Copeland.
Oggi, nel panorama dei gruppi musicali che ripropongono la pizzica, ce ne sono alcuni che la rileggono in chiave attuale, più fruibile da un pubblico che non appartiene al territorio salentino, contaminata da influssi etnici, ma sempre fedeli allo spirito forte e passionario della tradizione.
Riportiamo l'articolo ANSA pubblicato il 25 agosto 2014, all'indomani della XVII edizione della Notte della Taranta, che si è svolta a Melpignano
Un fiume umano ha danzato fino alle prime ore del mattino a Melpignano (Lecce), alla 17/ma edizione della Notte della Taranta: nella piazza dell'ex convento degli Agostiniani erano attesi 150mila 'indiavolati' e, secondo gli organizzatori, «ne sono arrivati molti di più». La questura ricorda che «l'anno scorso erano 130mila e quest'anno sono sicuramente aumentati: nel paese non si può fare un passo – spiega il questore – e i parcheggi sono tutti pieni: sicuramente possiamo parlare almeno di 150mila persone». Tutti pizzicati dal morso della tarantola che non fa più male ma, come sostiene la maggioranza degli artisti, «oggi più che mai serve a risvegliare una sopita coscienza sociale». Dagli ospiti internazionali come il 'rocker del deserto' Bombino, passando per gli italiani Roberto Vecchioni e Alessandro Mannarino, tutti assegnano alla Taranta un «ritrovato ruolo politico».
«Dobbiamo scrivere una nuova musica popolare, quella dei giorni nostri e che canteranno fra trent'anni – dice Mannarino – con le nostre battaglie e le nostre lotte. Questo tipo di musica popolare è piena di santi e religione, ma oggi i santi non ci bastano più: servono nuove idee e dobbiamo trovarle noi».
Al Concertone ha assistito anche la prima ballerina della Scala, la salentina Nicoletta Manni, che promette di farsi portavoce nel mondo della «bellezza della pizzica», che si balla sulle note della Taranta: «Inviterò la gente a interessarsi di più a questo tipo di danza – spiega – il cui fascino sta proprio nel suo essere nata spontaneamente, nel non avere regole al contrario della danza classica. È alla portata di tutti ma, ovviamente, va studiata anche questa». (Ansa)